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sabato 17 settembre 2016

FEMMINICIDI, STUPRI, VIOLENZE DI GRUPPO


SCUOLA, NUOVA FRONTIERA DI UNA SOCIETA’ MALATA.

Sempre più frequentemente si verificano gravi delitti contro le donne. Si passa dal femminicidio, allo stupro, individuale o di gruppo, al contagio seriale di donne e ragazze da parte di giovanotti malati di AIDS e altre forme di violenza praticata direttamente o nei social.

          Quello che ci rattrista è che il più delle volte famiglia e società tendono a colpevolizzare le vittime e minimizzare l’accaduto.

Bravi ragazzi di Melito
Ricordo un fatto grottesco ma emblematico nella sua apparente assurdità accaduto a Palermo qualche anno fa, quando, per qualche giorno, la città era allarmata a causa di uno squilibrato che sbucava in via Ruggero Settimo dai vicoli e con rapidità e destrezza effettuava dei toccamenti sulle donne che passavano in quel momento, dandosi successivamente alla fuga nel dedalo delle viuzze del centro città. 
Arrestato dopo qualche giorno, al commissario che gli chiedeva: “Perché lo fai?” rispondeva sdegnato: “Io? io? E iddi, picchì nesciunu” che vuol dire, tradotto, accusate me e non vi chiedete loro, perché escono?”

 
Quella mente alterata rifletteva esattamente il pensiero unico sottostante alla nostra cultura, un maschilismo subliminale che torna in superficie attraverso le faglie di una società reificante i rapporti umani.

Eppure, quante volte, di fronte ad una ragazza offesa o aggredita, gli aggressori e il vasto pubblico dei loro sostenitori accusavano la vittima di indossare abiti da civetta e di muoversi in maniera visibilmente provocante.

Accanto alla denuncia dello stupro, pubblicità erotica.

La famiglia delle vittime, in molti casi, tende a ignorare i fatti, ad accusare la vittima, a nascondere il più possibile quanto accaduto per un malinteso senso di vergogna. Le famiglie degli aggressori non esitano a difendere i propri figli stupratori.

E’ evidente che siamo di fronte ad un ritardo o meglio a una regressione culturale che non riguarda solo i giovani ma tutta la società.

 La famiglia, invocata come il pilastro educativo fondante, il più delle volte non è capace di reagire; di fronte ai bisogni educativi dei bambini e dei ragazzi di solito glissa quando il discorso investe la sfera sessuale o delle malattie sessualmente trasmesse oppure reagisce con discorsi terroristici e generici divieti. Gli stessi ragazzi preferiscono cercare informazioni altrove anziché parlare di sesso con i propri genitori. Esiste infatti un pudore che blocca la comunicazione tra ragazzi e genitori da tutte e due le direzioni.

 Anche nel caso della ragazzina diciassettenne di Roma, violentata nel bagno di una discoteca, la madre ha effettuato la denuncia solo dopo 40 giorni, quando il video della violenza, fatto da due amiche della vittima, che ridevano divertite mentre questa veniva violentata, era diventato virale e non più ignorabile dalla famiglia stessa. La madre della ragazzina tredicenne calabrese vittima di uno stupro collettivo che si protraeva da alcuni anni, ha negato davanti ai carabinieri quello che era noto a tutti e assolutamente evidente.

Sono infinite le coperture date ai violentatori, molto spesso membri della stessa famiglia, da madri ignoranti e intimidite, a volte complici di chi esercita la violenza sulle loro o sui loro figli. Brutalità che giunge all’infanticidio, per chiudere per sempre la bocca di scomodi testimoni.
Anche davanti al corpicino straziato di una bambina morta, scaraventata dal quinto piano di un palazzo, la madre ha taciuto.

Gay Pride a Vicenza
Uguale è il comportamento delle famiglie quando le vittime sono ragazzini gay.
I genitori si vergognano e preferiscono glissare anziché difendere i propri figli, quando non sono essi stessi a reprimerli e umiliarli per la loro “diversità”
Il più delle volte è a scuola che vengono scoperti questi misfatti e sono gli insegnanti che si attivano per aiutare le vittime e informare il tribunale dei minori.
La violenza di genere scaturisce non solo dallo specifico economico culturale in cui si manifesta: essa è, purtroppo, il portato di una ideologia arcaica e maschilista che la sottintende. Nasce dal rifiuto più o meno cosciente dei valori di umanità che hanno caratterizzato la storia dell’occidente dall’illuminismo in poi.

Bordelli in Germania
Il fenomeno della violenza di genere non riguarda esclusivamente i singoli individui, essa è espressione del generale degrado di una società in cui i miti del mercato, del consumismo e un individualismo esasperato, hanno spezzato quel filo rosso che legava le generazioni e consentiva la trasmissione dei valori umani. E’ la narrazione della nostra storia che si è interrotta lasciando il posto ad una vera anomia identitaria e al vuoto valoriale.

In questo sfacelo culturale si innestano quei movimenti di estrema
destra cattolica, nel nostro caso l’Opus Dei svolge un ruolo rilevante, o protestante in America, che pretendono di imporre alla scuola pubblica teorie oscurantiste e omofobiche, propugnando la lotta a oltranza contro inesistenti teorie del gender.

A volte gruppi di genitori riescono ad imporsi chiedendo e ottenendo che la scuola rinunci alla formazione dei ragazzi.

 A volte queste famiglie strepitano contro la presenza in classe di bambini stranieri o portatori di andicap.

 A volte pretendono che la scuola rinunci alla formazione dei ragazzi
che prevede il rispetto della propria persona, dell’identità di genere, l’educazione all’affettività, alla sessualità, alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e delle tossicomanie. E’ qui che si annida la discriminazione del “diverso” che si sviluppa la xenofobia, l’intolleranza verso i bambini portatori di andicap che “disturbano”.

E’ qui che, quando la maestra mette una nota ad un alunno i genitori arrivano con l’avvocato.

Quando il preside cede alla pressione esterna e cancella i progetti di educazione alla salute e alla affettività, al rispetto reciproco, alla cooperazione e alla solidarietà, quando si pretende che i ragazzi “imparino a leggere a scrivere e a far di conto” senza sapere cosa leggere, cosa scrivere, e che conti fare in un futuro sempre più nebuloso, è inutile poi addossare la colpa alla scuola se tua figlia di 13 anni torna a casa incinta o se tuo figlio è picchiato perché gay.

L’arroganza di chi pretende di sostituirsi ai professionisti della scuola, ai formatori, agli educatori, ai docenti e ai professori, agli psicologi, senza averne la preparazione e la competenza, va fermata!
E’ il primo dovere che abbiamo per difendere e proteggere i nostri figli da intrusioni nefaste.

 “La via è un’altra, suggerisce il preside di un liceo di Bologna, Lazzarini, e non può che essere la collaborazione, perché «al dialogo non c’è alternativa». «Non c’è divario tra vita e formazione, come devono pensare quei genitori che rifiutano di far fare ai figli i compiti delle vacanze argomentando che “loro” li fanno crescere mentre “noi” trasmettiamo solo nozioni. Se passa quest’idea, salta un patto di fiducia essenziale per la crescita dei ragazzi. Viene meno il senso della scuola, il suo ruolo sociale, già riconosciuto sempre meno».

Studenti Erasmus

La scuola si trova nello spartiacque tra una società in parte degradata, dove il “fai da te” si risolve nella pretesa dei bei voti e della promozione (nella migliore delle ipotesi).

Anche in occasione della sgangherata legge sulla “Buona scuola” si è levata la canea degli ignoranti. Hanno avuto perfino da dire sugli stipendi che non corrisponderebbero alle ore di lavoro frontale. Questi nuovi critici a tempo perso dei professori e del personale scolastico non immaginano nemmeno quante ore e quanta fatica ci vogliono per correggere i compiti, per preparare programmi e lezioni, per organizzare azioni didattiche di recupero di singoli allievi ecc, e inveiscono scioccamente contro gli insegnanti meno pagati d’Europa.

Il ministero non si è preoccupato di garantire la continuità didattica; gli insegnanti vengono spediti a destra e a manca come pacchi postali, si ritiene che siano intercambiabili come un operaio alla catena. Insomma, attorno alla scuola non c’è soltanto un governo impreparato e incompetente che esegue le direttive delle lobby finanziarie internazionali, ma una società imbarbarita che esibisce la propria volgarità su internet e ha urgente bisogno di essere aiutata perché la vera ammalata è lei.

Cosa è la scuola se non una grande moltitudine di professionisti, laureati, pluriabilitati, vincitori di concorsi, aggiornati e portatori di una maturità professionale che nasce dall’esperienza di anni di confronto con le nuove generazioni e con le loro famiglie.


Manifestazione contro "La Buona Scuola"

E’ questa la nuova frontiera della cultura, quella vera, quella che opera quotidianamente, che si confronta ora per ora con una realtà difficile in condizioni difficili per attuare il cambiamento. C’è tanta intelligenza e tanto contenuto valoriale che esprime questo grande esercito di docenti.

Cari insegnanti, cari prof, la società ha estremo bisogno di voi: prendetene coscienza e non arretrate davanti alla stupidità e ai luoghi comuni.

Giovanni Fazio


  

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